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Channel: Commenti a: Dal terzo mistero di Fatima alle dimissioni del Papa
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Di: AVEM PAPA

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Giovanni Paolo I forse fu ucciso.

Nel suo libro dal titolo ‘In nome di Dio’, il giornalista americano David Yallop insinuò storie di veleni.

“L’hanno ammazzato perché voleva cambiare le cose”, disse qualcuno, molto vicino al pontefice.

Trentatre giorni dopo la ‘fumata bianca’ che aveva ridato alla Chiesa un Papa dal volto bonario e semplice, si ebbe la morte inattesa del pontefice per ‘attacco cardiaco’.

L’evento ha lasciato l’idea di qualcosa di incompiuto. Ci si aspettava qualcosa di diverso da un Papa fuori protocollo; uno che, per esempio, aveva assunto due nomi, per la prima volta nella storia della Chiesa. Questo essere ‘insolito’ non piacque a qualcuno.

Yallop collegò la morte di Albino Luciani avvenuta nella notte del 29 settembre del 1978 ai tanti scandali finanziari di quegli anni, che avevano coinvolto l’Istituto per le opere di Religione (meglio noto come Banco Vaticano).

Fra i tanti elementi di sospetto c’è la mancata autopsia. Il Vaticano si giustificò con un ‘non si è mai fatta ad un Papa’. Questo è falso. Il precedente c’è. e riguardò la morte di Gregorio XVI, nel 1846.

Le accuse di Yallop coinvolsero molti personaggi importanti, tra cui membri della segreteria di Stato.

David Yallop non è mai stato querelato.

papa Pio XI

Benito Mussolini

Anche Pio XI morì per un ‘attacco cardiaco’.

Il decesso improvviso del pontefice, avvenuto nel 1939, fu certificato dal dottor Petacci, padre di Claretta e persona molto vicina ai vertici del regime fascista.

L’insinuazione di omicidio tornò nelle cronache negli anni Settanta, per il ritrovamento di un memoriale anonimo, dopo la morte del cardinale Tisserant e allo stesso attribuito.

Il cosiddetto ‘dossier Tisserant’ collega la morte del Papa ad un incrinarsi dei rapporti tra il Governo Italiano e la Santa Sede.

Dopo i Patti Lateranensi – voluti propio da Pio XI e Mussolini – il fascismo aveva reso la vita difficile ai circoli di azione cattolica. Il Papa aveva in mente di replicare con un discorso – contro Mussolini e il nazismo – che non ebbe il tempo di pronunciare.

Il ‘dossier Tisserant’ allude anche ad una possibile pronta scomunica a carico del Duce. La paura della scomunica avrebbe portato alla decisione finale.


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